Non è forse questa la domanda più frequente che gli utenti interessati all’acquisto di un impianto fotovoltaico si pongono ogni volta? La risposta è molto semplice!
I pannelli fotovoltaici possono essere composti da materiali diversi a seconda del periodo di realizzazione, ma essenzialmente sono fatti di vetro, pellicola EVA, cristalli di silicio, rame, Tedlar e alluminio.
Oggi esistono diverse tecniche di riciclo. In genere tutti i pannelli vengono smontati componente per componente e le celle di silicio vengono frantumate per essere successivamente riutilizzate. Essenzialmente esistono percentuali minuscole di materiali dannosi per l’ambiente, ma data la minima quantità non presentano un pericolo per l’uomo e per l’ambiente.
La domanda che tutti si pongono è : a fine vita il mio pannello domestico dove e come viene smaltito? Ci sono costi per il loro smaltimento? La risposta è molto semplice!
I pannelli fotovoltaici rientrano nell’ambito di applicazione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) la cui gestione è oggi disciplinata dalla Direttiva 2012/19/EU, recepita in Italia dal D.lgs. n. 49 del 14 marzo 2014.
È possibile conferire i pannelli per impianti fino a 10 kW in appositi Centri di Raccolta. Avvenuto lo smaltimento è compito del Responsabile dell’impianto (il proprietario) comunicarlo al GSE tramite apposita modulistica.
Per lo smaltimento degli impianti professionali è necessario trasferire i pannelli in impianti di trattamento con l’ausilio di soggetti autorizzati al trasporto e trasmettere informazioni a riguardo al GSE, allegando anche copia del formulario di identificazione del rifiuto (FIR).
I costi dello smaltimento sono a carico dei produttori e non del proprietario dell’impianto, a meno che si tratti di impianti professionali superiori a 10 kW ed entrati in funzione prima del 12/04/2012.
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